Cosa ho imparato spaccando piastrelle - The DIVA Experience

Cosa ho imparato spaccando piastrelle

Premessa n. 1:

da oggi e per circa 16 settimane, il Diva Dream Studio è in “work in progress” per una massiccia opera di ristrutturazione che era pianificata fin dall’inizio.

Ebbene sì, quello che hai visto era un “prototipo” del vero Diva Dream Studio che sarà inaugurato nel 2019 e che sarà semplicemente SPAZIALE ?

Premessa n. 2:

ci sono vari motivi se ho scelto (come potresti aver visto dal mio profilo privato e dalle mie storie su Instagram) di “sporcarmi le mani” e fare da sola un po’ di manovalanza.

Motivi pratici ed economici, legati a tempo e denaro, e motivi esistenziali, legati al processo, alla catarsi, al distruggere per ricostruire. Legati al fatto di mettere le mani in qualcosa di mio.
Di metterci la mia fatica, il mio sudore e il mio sangue.
Letteralmente, perché si finisce sempre con qualche nocca sbucciata 😀

Il 2018 è stato un anno complesso per me. Ho distrutto e ho ricostruito.
Più di una volta. Ma non voglio divagare o la premessa sarà più lunga del post.

Dicevo: posto che mi sono ritrovata, in maniera più o meno consapevole, a spaccare le piastrelle del bagno e di quello che sarà il camerino del Diva Dream Studio: cosa ho imparato spaccando piastrelle.

Che spaccare piastrelle è come fare ritratti.

Che le piastrelle sono come i timori, i pudori, le resistenze che ogni persona porta in sé e su di sé.

Che le piastrelle, come le persone, sono tutte diverse, e come le persone hanno tutte un loro punto di “rottura”.
Qualcuna cede prima, qualcuna dopo, ma tutte cedono quando hai trovato il loro “punto di accesso”.

Alcune ti feriscono.
Non lo fanno apposta, ma succede.

Che all’inizio è più difficile. Che impieghi un’eternità a trovare il punto di rottura delle prime piastrelle. Poi via via diventa più facile. Poi diventa automatico. Anche se, come le persone, sono tutte diverse. E allora diventa come un rompicapo: a colpo d’occhio, prima ancora di aver posato lo scalpello, sai già dove devi andare a colpire per far cedere il cemento.

Per far cadere la resistenza.

Per far sì che quell’espressione si distenda, che quel sorriso si apra, che quello sguardo si illumini.

Che quella persona mi dia accesso alla sua anima.

Ecco perché, spaccare piastrelle è come fare ritratti.

…Ma i ritratti mi riescono meglio.
E non mi sbuccio le nocche! 😉

Quindi, tutto sommato, penso che poserò la mazzetta e riprenderò la macchina fotografica 😀

NB: don’t panic, anche con i lavori in corso, lo studio non sarà fuori uso per tutta la durata del cantiere. E, in ogni caso, come sempre ho dei backup per le sessioni da svolgere nei periodi in cui lo spazio non sarà agibile. Insomma, davvero pensavi che un po’ di polvere e di macerie potessero arrestare The Diva Experience? ?

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